Il Progetto

ex Convento di Santa Lucia
Ripartiamo dal Campanile

2018 – Mantova

Il Progetto

ex Convento di Santa Lucia
Ripartiamo dal Campanile

2018 – Mantova

DESCRIZIONE

L’ Associazione Centro Studi e Ricerche LUCUS in collaborazion con la Fondazione Luigi e Eleonora Gonzaga ONLUS e gli architetti di CUSTOS _ Servizi per il costruito ha messo a punto il progetto “L’ex Convento di S. Lucia a Mantova – Ripartiamo dal campanile”. Il tuo contributo è fondamentale per far sì che un pezzo di storia di Mantova, alla quale molti cittadini sono legati, torni finalmente a rivivere. Questo è un primo passo che da modo ad alcuni studenti mantovani di fare un’esperienza formativa unica, di poter finalmente lavorare sui documenti riguardanti coloro i quali sono stati ospiti nell’orfanotrofio e ricostruirne le vicende umane, olte a quelle storiche e architettoniche.

I lavori sull’edificio sono finanziati con il contributo di Fondazione CARIPLO, quindi i fondi raccolti con questa campagna sono destinati esclusivamente ai progetti didattici, di ricerca e valorizzazione.

Se vuoi saperne di più continua a leggere, e speriamo vorrai sostenere la nostra inziativa.

Il progetto di conoscenza e intervento sulla torre campanaria di S. Lucia può diventare l’occasione per un rilancio delle attività di promozione e sensibilizzazione del complesso edilizio interrotte dall’evento sismico del 2012. Prima di quella data infatti il Consiglio di Amministrazione della Fondazione Luigi e Eleonora Gonzaga ONLUS, aveva attuato una serie di iniziative finalizzate a riportare l’attenzione su questi spazi e a promuovere tutela, valorizzazione e riuso. La città iniziò ad accorgersi di questo grande complesso e delle sue potenzialità. Il sisma e la dichiarazione di inagibilità di buona parte del complesso (31/7/2014) hanno congelato tutte le attività in questa direzione.

Con il progetto «Il Riuso di Santa Lucia. Ripartiamo dal Campanile» il CDA si propone di far ripartire anche le iniziative di promozione e sensibilizzazione.

Ripercorrendo in breve il percorso attuato negli ultimi dieci anni, prima fra tutte va ricordata la collaborazione con il Politecnico di Milano, Polo di Mantova, e in particolare col Laboratorio di Restauro Architettonico della Scuola di architettura e società che per tre anni (2006-2009) svolse le sue esercitazioni sull’edificio approfondendo l’analisi dei materiali e delle tecniche costruttive, del degrado e improntando le prime ipotesi progettuali di recupero. Ma soprattutto la proprietà ha attuato una serie di eventi che hanno consentito ai mantovani di entrare in questo meraviglioso complesso e di iniziare a conoscerlo. Le iniziative come l’apertura FAI di primavera del 2012 hanno riscosso molto interesse con più di 2000 visitatori in due giorni. Ciò ha anche permesso il riavvicinamento di coloro che furono ospiti dell’orfanotrofio, che qui trovarono una “casa” per molti anni della loro vita e che hanno potuto ripercorrere con molta nostalgia quegli ambienti pieni di ricordi. Un pezzo di storia della città, nei giorni del 24-25 marzo 2012, è uscita dall’oblio.

Di seguito, in sintesi, si elencano gli eventi/mostre organizzate nell’ex convento di S. Lucia:

  • 7-11 settembre 2011 – Mostra “L’area dell’antico convento di Santa Lucia in Mantova: conoscenza, progetti, strategie di valorizzazione” presso l’ex convento di Santa Lucia, via Frattini 28, Mantova. Evento collaterale al Festivaletteratura 2011.
  • 24-25 marzo 2012 – FAI – Fondo Ambiente Italiano. Apertura durante le giornate di primavera FAI dell’antico convento di S.Lucia in Mantova. Mostra di pannelli illustrativi nel chiostro del convento di S.Lucia.
  • Mantovacreativa 2012 (24-27 maggio) – Blumen di Bocchini Francesco (mostra)
  • 26 maggio 2012 – Parole in movimento, pensieri in connessione A cura di Caprari Francesca , Soldà Claudio (danza, musica, teatro). Il posto nero A cura di Olivieri Chiara (danza)
  • Mantovacreativa 2013 (23-25 maggio 2013) – Luigi Bianchi – Insospettabile imbrattatele (mostra di pittura)
  • 24 maggio 2013 – Incontro con Dracula, Compagnia teatrale Campogalliani (spettacolo)
  • 25 maggio 2013 – Unter Vielen Aas (fra tante carogne) (spettacolo)
  • 8 giugno 2013 – mercatino “ARTE e INGEGNO”, mercatino di creatività manuale, nel Chiostro dell’ex Convento di Santa Lucia in Via Frattini, 28.

Dal 2013 tutto si interrompe e il CDA della Fondazione con il progetto candidato si propone di ricominciare le attività di promozione e sensibilizzazione dei cittadini mettendo al centro delle iniziative la torre campanaria e la ex chiesa che rappresenta una location ideale per eventi culturali di vario genere. La disponibilità di uno spazio ampio coperto offre una versatilità unica, inoltre il luogo evidenzia ancora, nonostante le trasformazioni perpetrate, il pregio e il valore storico artistico che racchiude e testimonia, rendendo l’esperienza di visita interessante. Esistono diversi casi simili di riuso di spazi storici a funzioni espositive culturali, anche quando i luoghi non sono completamente restaurati, ma conservano, anzi ostentano, tutte le tracce dei diversi usi e trasformazioni che li hanno attraversati; a titolo d’esempio si vuole portare il caso dei Chiostri di S. Pietro a Reggio Emilia, che tra le altre iniziative ospitano le mostre di Fotografia Europea.

In particolare le iniziative proposte si articolano in tre azioni:
1- Una «passeggiata informativa» con l’esposizione di teli, tipo da cantiere, fissati alla muratura di cinta su via Frattini, riproducenti i pannelli, riediti, della mostra «L’area dell’antico convento di Santa Lucia in Mantova: conoscenza, progetti, strategie di valorizzazione».
2- «A scuola di restauro» collaborazione con il liceo scientifico “Belfiore” di Mantova per attività educative di sensibilizzazione sulla tutela dei beni culturali: percorso di conoscenza dell’iter di un cantiere di restauro su un bene culturale; esperienza di «guida per un giorno».
3- «Storie dell’Orfanotrofio ». Collaborazione con l’Università di Verona (referente prof.ssa Marina Garbellotti, docente di Storia Moderna) intorno alle indagini storiche sull’orfanotrofio, ovvero alla mappatura dei materiali d’archivio che testimoniano la vita dei bambini e dei ragazzi che qui sono stati accolti ed educati.

Prima azione «Passeggiata informativa»
Per la prima azione si prevede l’installazione di una serie di pannelli informativi che riprendano le vicende del complesso di S. Lucia dalla sua fondazione ad oggi, ivi compresi i progetti futuri di recupero e riapertura al pubblico. I pannelli saranno stampati su teli resistenti agli agenti atmosferici ed esposti sui muri perimetrali che affacciano su via Frattini con lo scopo di informare e sensibilizzare la popolazione e le realtà locali su cosa sia, cosa è stato e cosa potrebbe diventare l’ex monastero. Molto di questo materiale è già disponibile perché oggetto di una mostra esposta nel 2011 («L’area dell’antico convento di Santa Lucia in Mantova: conoscenza, progetti, strategie di valorizzazione») e organizzata dagli stessi soggetti promotori di questo progetto e necessita solo di piccoli adattamenti e aggiornamenti.
Questa installazione è pensata per durare nel tempo, così da tenere sempre accesa l’attenzione sul complesso che ancora oggi molti mantovani sentono vicino perché legato alla loro infanzia o a quella di persone care, come testimoniato delle presenze e dai racconti emersi durante la mostra e le giornate di apertura del 2011 e raccolti anche dalla stampa locale. I teli saranno messi in opera su una struttura metallica apposita per garantire la sicurezza e il minimo ingombro sul marciapiede.
Il passante potrà finalmente conoscere quello che c’è oltre il muro e sviluppare curiosità per il luogo narrato e nascosto e interesse alla visita. Verranno previste visite guidate alla parte visitabile con una calendarizzazione predefinita. Le visite guidate sono occasioni per avvicinare i fruitori alla conoscenza e consapevolezza su temi della tutela del bene culturale e di identità locale, incoraggiando occasioni di esperienza e rivalutazione di parti meno conosciute del patrimonio o approfondimenti che diventino opportunità di crescita e ricerca.

Seconda azione «A scuola di restauro»
La seconda azione di collaborazione con il liceo scientifico “Belfiore” riprende un’esperienza già attuata nel marzo del 2012 con studenti di classe terza che con entusiasmo hanno partecipato a un percorso di conoscenza del complesso architettonico che è sfociato nel progetto “guide per un giorno” ( Giornate FAI di Primavera, Apprendisti ciceroni) . Inoltre l’esperienza si inserisce all’interno di un processo attuato dal liceo scientifico Belfiore da alcuni anni che attiva percorsi di avvicinamento per gli allievi alla conoscenza e valorizzazione dei beni culturali con varie associazioni presenti sul territorio (FAI, UNESCO, Società per il Palazzo Ducale, Soprintendenza).
La proposta pensata per gli allievi tende a promuovere una nuova consapevolezza nei futuri cittadini dei propri diritti. Il bene culturale, viene avvicinato dagli allievi attraverso un percorso prima di conoscenza e poi di rielaborazione e restituzione, acquisendo valore di bene comune e di elemento fondamentale di identità civica. La scuola, in sintonia con le nuove indicazioni del Mibact, perpetua la coscienza del patrimonio culturale in tutti i cittadini e promuove una sempre maggior conoscenza di esso.

L’asse portante è la ricerca conoscitiva, la vera e sostanziale attività che muove verso una coscienza diffusa. La conoscenza è infatti il presupposto per intervenire: conoscere un patrimonio è il presupposto imprescindibile di un’azione veramente incisiva e di fruizione culturale in cui i cittadini siano i custodi del proprio patrimonio con ricadute positive sulla protezione e valorizzazione.
Un’efficace promozione ed educazione culturale può avvenire attraverso un’esperienza pragmatica in cui il conoscere divenga contatto con le cose, con la presenza e l’evidenza degli oggetti. Con queste finalità si propone agli allievi di partecipare alle diverse fasi in cui è articolato un intervento di restauro su un bene culturale.
Le dimensioni ridotte del cantiere, si adattano molto bene alle finalità didattiche. Gli allievi potranno partecipare alle fasi di conoscenza attraverso l’esperienza del rilievo con strumentazione laser scanner, quella della redazione degli elaborati tecnici di restituzione delle geometrie, dei materiali, delle tecniche costruttive e delle mappature del degrado e dissesto. Potranno altresì partecipare agli approfondimenti diagnostici con l’acquisizione di campioni per la caratterizzazione delle malte; la prova del flat jack test (martinetto piatto doppio) perla determinazione della resistenza muraria; le prove soniche e gli approfondimenti sui legni con l’uso del resistograph. Un’altra sezione interessante è il rilievo stratigrafico con la messa a confronto del dato materiale (le unità stratigrafiche murarie) con le fonti documentarie per la ricostruzione delle macrofasi di evoluzione e trasformazione edilizie. Seguiranno le fasi di progettazione dell’intervento e infine quelle di realizzazione dell’intervento con visite al cantiere in fase esecutiva.
Il processo si concluderà con una fase finale di restituzione dei sapere appresi attraverso l’esperienza di guida.

Terza azione: «Storie dell’Orfanotrofio»
La terza azione parte dalla ricerca nelle carte d’archivio (per la maggior parte conservate presso il Centro Biblioteca Baratta di Mantova) e si avvale del coordinamento scientifico della prof.ssa Marina Garbellotti, docente di Storia Moderna dell’Università di Verona, da anni impegnata nello studio della storia dell’assistenza e della storia della famiglia. I documenti sono infatti le testimonianze del passaggio in questo luogo di bambini e ragazzi che, accolti ed istruiti, hanno avuto la possibilità di crescere e di formarsi nella loro persona e nella professione futura. La raccolta sistematica di documenti e, quando possibile, di fotografie e di oggetti, è fondamentale per raccogliere le testimonianze della vita quotidiana dell’orfanotrofio, al fine di ricostruire l’iter delle pratiche educative come pure delle vicende famigliari dei ragazzi, senza dimenticare che l’ultima generazione di bambini che hanno vissuto questo luogo è oggi rappresentata da adulti che possono raccontare in prima persona la loro esperienza di vita. Questo sostrato documentario sarà l’asse portante sul quale potranno essere sviluppate future iniziative di divulgazione storica e di didattica, sarà l’occasione per fare sentire la “viva voce” di chi ha vissuto anni in questi spazi e di lasciare la memoria anche per le nuove generazioni.

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COME REALIZZEREMO IL PROGETTO?

In particolare le iniziative proposte si articolano in tre azioni:
1- Una «passeggiata informativa» con l’esposizione di teli, tipo da cantiere, fissati alla muratura di cinta su via Frattini, riproducenti i pannelli, riediti, della mostra «L’area dell’antico convento di Santa Lucia in Mantova: conoscenza, progetti, strategie di valorizzazione».
2- «A scuola di restauro» collaborazione con il liceo scientifico “Belfiore” di Mantova per attività educative di sensibilizzazione sulla tutela dei beni culturali: percorso di conoscenza dell’iter di un cantiere di restauro su un bene culturale; esperienza di «guida per un giorno».
3- «Storie dell’Orfanotrofio ». Collaborazione con l’Università di Verona (referente prof.ssa Marina Garbellotti, docente di Storia Moderna) intorno alle indagini storiche sull’orfanotrofio, ovvero alla mappatura dei materiali d’archivio che testimoniano la vita dei bambini e dei ragazzi che qui sono stati accolti ed educati.

Prima azione «Passeggiata informativa»
Per la prima azione si prevede l’installazione di una serie di pannelli informativi che riprendano le vicende del complesso di S. Lucia dalla sua fondazione ad oggi, ivi compresi i progetti futuri di recupero e riapertura al pubblico. I pannelli saranno stampati su teli resistenti agli agenti atmosferici ed esposti sui muri perimetrali che affacciano su via Frattini con lo scopo di informare e sensibilizzare la popolazione e le realtà locali su cosa sia, cosa è stato e cosa potrebbe diventare l’ex monastero. Molto di questo materiale è già disponibile perché oggetto di una mostra esposta nel 2011 («L’area dell’antico convento di Santa Lucia in Mantova: conoscenza, progetti, strategie di valorizzazione») e organizzata dagli stessi soggetti promotori di questo progetto e necessita solo di piccoli adattamenti e aggiornamenti.
Questa installazione è pensata per durare nel tempo, così da tenere sempre accesa l’attenzione sul complesso che ancora oggi molti mantovani sentono vicino perché legato alla loro infanzia o a quella di persone care, come testimoniato delle presenze e dai racconti emersi durante la mostra e le giornate di apertura del 2011 e raccolti anche dalla stampa locale. I teli saranno messi in opera su una struttura metallica apposita per garantire la sicurezza e il minimo ingombro sul marciapiede.
Il passante potrà finalmente conoscere quello che c’è oltre il muro e sviluppare curiosità per il luogo narrato e nascosto e interesse alla visita. Verranno previste visite guidate alla parte visitabile con una calendarizzazione predefinita. Le visite guidate sono occasioni per avvicinare i fruitori alla conoscenza e consapevolezza su temi della tutela del bene culturale e di identità locale, incoraggiando occasioni di esperienza e rivalutazione di parti meno conosciute del patrimonio o approfondimenti che diventino opportunità di crescita e ricerca.

Seconda azione «A scuola di restauro»
La seconda azione di collaborazione con il liceo scientifico “Belfiore” riprende un’esperienza già attuata nel marzo del 2012 con studenti di classe terza che con entusiasmo hanno partecipato a un percorso di conoscenza del complesso architettonico che è sfociato nel progetto “guide per un giorno” ( Giornate FAI di Primavera, Apprendisti ciceroni) . Inoltre l’esperienza si inserisce all’interno di un processo attuato dal liceo scientifico Belfiore da alcuni anni che attiva percorsi di avvicinamento per gli allievi alla conoscenza e valorizzazione dei beni culturali con varie associazioni presenti sul territorio (FAI, UNESCO, Società per il Palazzo Ducale, Soprintendenza).
La proposta pensata per gli allievi tende a promuovere una nuova consapevolezza nei futuri cittadini dei propri diritti. Il bene culturale, viene avvicinato dagli allievi attraverso un percorso prima di conoscenza e poi di rielaborazione e restituzione, acquisendo valore di bene comune e di elemento fondamentale di identità civica. La scuola, in sintonia con le nuove indicazioni del Mibact, perpetua la coscienza del patrimonio culturale in tutti i cittadini e promuove una sempre maggior conoscenza di esso.

L’asse portante è la ricerca conoscitiva, la vera e sostanziale attività che muove verso una coscienza diffusa. La conoscenza è infatti il presupposto per intervenire: conoscere un patrimonio è il presupposto imprescindibile di un’azione veramente incisiva e di fruizione culturale in cui i cittadini siano i custodi del proprio patrimonio con ricadute positive sulla protezione e valorizzazione.
Un’efficace promozione ed educazione culturale può avvenire attraverso un’esperienza pragmatica in cui il conoscere divenga contatto con le cose, con la presenza e l’evidenza degli oggetti. Con queste finalità si propone agli allievi di partecipare alle diverse fasi in cui è articolato un intervento di restauro su un bene culturale.
Le dimensioni ridotte del cantiere, si adattano molto bene alle finalità didattiche. Gli allievi potranno partecipare alle fasi di conoscenza attraverso l’esperienza del rilievo con strumentazione laser scanner, quella della redazione degli elaborati tecnici di restituzione delle geometrie, dei materiali, delle tecniche costruttive e delle mappature del degrado e dissesto. Potranno altresì partecipare agli approfondimenti diagnostici con l’acquisizione di campioni per la caratterizzazione delle malte; la prova del flat jack test (martinetto piatto doppio) perla determinazione della resistenza muraria; le prove soniche e gli approfondimenti sui legni con l’uso del resistograph. Un’altra sezione interessante è il rilievo stratigrafico con la messa a confronto del dato materiale (le unità stratigrafiche murarie) con le fonti documentarie per la ricostruzione delle macrofasi di evoluzione e trasformazione edilizie. Seguiranno le fasi di progettazione dell’intervento e infine quelle di realizzazione dell’intervento con visite al cantiere in fase esecutiva.
Il processo si concluderà con una fase finale di restituzione dei sapere appresi attraverso l’esperienza di guida.

Terza azione: «Storie dell’Orfanotrofio»
La terza azione parte dalla ricerca nelle carte d’archivio (per la maggior parte conservate presso il Centro Biblioteca Baratta di Mantova) e si avvale del coordinamento scientifico della prof.ssa Marina Garbellotti, docente di Storia Moderna dell’Università di Verona, da anni impegnata nello studio della storia dell’assistenza e della storia della famiglia. I documenti sono infatti le testimonianze del passaggio in questo luogo di bambini e ragazzi che, accolti ed istruiti, hanno avuto la possibilità di crescere e di formarsi nella loro persona e nella professione futura. La raccolta sistematica di documenti e, quando possibile, di fotografie e di oggetti, è fondamentale per raccogliere le testimonianze della vita quotidiana dell’orfanotrofio, al fine di ricostruire l’iter delle pratiche educative come pure delle vicende famigliari dei ragazzi, senza dimenticare che l’ultima generazione di bambini che hanno vissuto questo luogo è oggi rappresentata da adulti che possono raccontare in prima persona la loro esperienza di vita. Questo sostrato documentario sarà l’asse portante sul quale potranno essere sviluppate future iniziative di divulgazione storica e di didattica, sarà l’occasione per fare sentire la “viva voce” di chi ha vissuto anni in questi spazi e di lasciare la memoria anche per le nuove generazioni.

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